Santoreggia

Esistono due specie di santoreggia: la Satureja montana L. e la Satureja hortensis L., entrambe appartenenti  alla famiglia delle Labiatae. La differenza tra le due pianta consiste nel fatto che la Satureja hortensis è essenzialmente erbacea, più piccola e di colore verde meno intenso rispetto alla Satureja montana.
Entrambe le santoreggia sono comunque molto utilizzate per le loro proprietà terapeutiche e aromatiche che sono pressocchè uguali.

santoreggia
Crescono spontanee nelle regioni dell’Italia centro – settentrionale fino a 1500 m di altitudine.
La santoreggia è una pianta annuale a portamento cespuglioso provvista di radice fittonante e fusto ascendente o eretto alto fino a 40 cm, poco ramificato.
Le foglie sono opposte, lanceolate, strette, lucide e bordate da una leggera peluria. I fiori sono bianco-rosati, piccoli, raccolti in spighe all’ascella delle foglie. Fiorisce da luglio a settembre.
Il frutto è di colore nero.

La santoreggia contiene: olio essenziale i cui costituenti principali sono carvacrolo e cimolo, enzimi e idrocarburi.
Le sue proprietà sono: antisettica, antispasmodica, carminativa, espettorante, stimolante, stomachica.

Della santoreggia si utilizzano le foglie raccolte poco prima della fioritura e le infiorescenze raccolte in piena fioritura.
Sia le foglie che i fiori possono essere essicati in luoghi asciutti, ben ventilati e bui.

La santoreggia si utilizza cruda o come infuso per la stanchezza, i problemi digestivi, le infiammazioni all’apparato intestinale e le brochiti.
Le compresse dell’infuso sono ottime per le rughe in particolare se fatte assieme alla salvia.
Il decotto di santoreggia aggiunto all’acqua del bagno è ottimo per tonificare e purificare la pelle.  Mescolata assieme alla salvia, alla verbena odorosa ed al rosmarino ha un effetto afrodisiaco.
L’olio essenziale è molto utilizzato in profumeria.

In cucina per il suo sapore quasi piccante che ricorda il Timo viene utilizzata per aromatizzare varie pietanza che tra l’altro rende più digeribili.
Conservano meglio le loro proprietà curative se conservate in mazzetti e sminuzzate al momento dell’uso.

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